Progetto selezionato dalla Giuria fra le “Migliori 30 idee progettuali”.

La visione proposta della scuola post Covid-19 parte dalla volontà di trasformare l’edificio scolastico da contenitore educativo a infrastruttura sociale diffusa, promotrice di una riqualificazione urbana capillare.
La scuola non si condensa in un edificio ma è una rete di spazi educativi per la didattica che si nutre del rapporto con il luogo, anzi con i luoghi, in cui si diffonde. È un modulo-aula per 12 alunni, trasportabile, aggregabile e flessibile, capace di generare processi di rigenerazione e anche di cambiare funzione, diventando spazi collettivi aperti alla città o moduli residenziali di emergenza legati a calamità naturali. È per questo motivo che si è deciso di proporre una finitura esterna neutra, tale da garantire l’eventuale personalizzazione del modulo da parte degli utenti.
Lo strumento della partecipazione è stato fondamentale per raccogliere suggestioni, desideri e vere e proprie direzioni di sviluppo possibili per lo spazio didattico. Abbiamo coinvolto direttamente i bambini nel processo creativo e progettuale, chiedendo loro di esprimere liberamente la loro idea di scuola del futuro. Il desiderio dei bambini è imparare in un luogo in cui la presenza del verde sia un elemento costante e primario dello spazio, in cui la tecnologia sia una componente integrata e di sostegno alle diverse esigenze del singolo e della collettività, in cui la spazialità dell’ambiente scolastico sia flessibile e a misura di bambino. In particolare si riporta il desiderio di un bimbo di avere una scuola in cui sentirsi al sicuro e che possa “accompagnarlo” nella scoperta del mondo: “Vorrei una scuola a forma di robot e dentro deve essere tutto robotizzato, che si trasforma e si pulisce con i pulsanti. E poi, se premi un altro pulsante la scuola si può muovere e andare in un altro posto come una gita. Deve avere anche quattro giardini. Poi ci vuole un telecomando che attiva un robot fortissimo che sconfigge il Corona Virus. E poi ci devono essere cinque gatti che vivono nel giardino piccolo…”.

Collaboratori: Arch. Federica Bondi, Arch. Cecilia Carrioli
Con la partecipazione dell’insegnante Beatrice Moretti e gli alunni della sezione “Uccellini” della Scuola dell’Infanzia Sacra Famiglia di Santarcangelo di Romagna (RN).