Il progetto consiste nell’inserimento di un unico segno: un lungo muro che attribuisce un nuovo ordine alla spazialità eterogenea e frammentata dello spazio esterno antistante al Terminal Partenze.
L’inserimento di questa controfacciata di policarbonato determina una inedita relazione tra interno ed esterno. La nuova facciata traslucida dell’aeroporto definisce una nuova immagine identitaria della struttura, lasciando intuire, tramite un sistema di aperture e traguardi visivi, una nuova sequenza di spazialità esterne.
L’ingresso al Terminal avviene attraverso un atrio scoperto, antistante all’ingresso vero e proprio, che rappresenta un luogo di sosta attrezzato da cui si dipanano i percorsi interni ed esterni dell’edificio. Lo spazio esterno definito dalla controfacciata è un lungo giardino che, sviluppandosi lungo tutto il fronte meridionale dell’edificio esistente, offre una serie di servizi e attrezzature in diretta connessione con le attività che si svolgono all’interno del Terminal. L’inserimento di nuova vegetazione, che integra le alberature esistenti, definisce una sequenza di aree ombreggiate, attrezzate con percorsi, punti di sosta e aree di ristoro.
Il tema della controfacciata non è stato visto solo come un segno di limite ma anche come una soglia, un elemento da attraversare. La facciata continua infatti presenta una serie di aperture che concorrono alla definizione di un ritmo, di una partitura architettonica. Gli ingressi principali dei passeggeri sono segnati da due grandi portali che rompono la continuità del muro, mentre una serie di bucature, allineate al basamento del muro, permette una visione dinamica tra interno ed esterno. La versatilità di questo sistema di aperture, attrezzabili sia come finestre che come strutture per comunicazione e pubblicità, trasforma la controfacciata in una scena fissa urbana.


Collaboratori: Arch. Federica Bondi
Visualizzazione 3D: Operavisual