L’area meridionale di Bagnacavallo, che comprende l’antico Convento di San Francesco, il Palazzo Abbondanza e la Porta Superiore, costituisce un’area densa di manufatti architettonici e una costellazione di luoghi collettivi di grande potenzialità. Obiettivo del progetto è trasformare l’intera porzione urbana in un museo, in cui istituti culturali e sociali lavorino in sinergia per valorizzare i propri monumenti e le proprie tradizioni, proiettandoli al futuro. L’area diventa una “Via Culturale e Sociale”, un museo a scala urbana, in cui si può entrare in contatto con il mondo dell’arte e con la tradizione del territorio. Per connettere il Convento di San Francesco agli altri monumenti e alla città, il progetto ha definito una sequenza di luoghi, tematizzati dagli ingressi alle diverse funzioni dislocate nell’edificio.
La facciata su Via De Amicis è il fulcro dell’intero progetto: qui è possibile leggere la storia di questo monumento antico come su un libro. Attraverso l’allestimento di una esposizione in facciata dei reperti archeologici, il progetto interpreta la successione delle vicende storiche che il Convento ha vissuto nel tempo, incorporando ogni elemento in una nuova ed inedita unità. La facciata Nord diventa quindi il simbolo del palinsesto del Convento, diventando il perno per la trasformazione della sua immagine: la passerella esterna viene ampliata e coperta da una serie di intelaiature metalliche orizzontali, delineando nuovi spazi espositivi esterni.
Allo stesso modo, il progetto di allestimento legge i caratteri che costituiscono gli spazi del Convento di San Francesco. L’allestimento degli spazi espositivi permanenti e temporanei lascia intatto lo stato di rovina e di decadenza dell’intera struttura: il restauro prevede solo il consolidamento strutturale, lasciando integro il carattere attuale. L’allestimento delle opere si differenzia a seconda dello spazio in cui si inserisce. La successione di stanze lungo i corridoi è caratterizzata dall’inserimento di volumi differenti che determinano una contrapposizione tra la spazialità aperta e libera dei corridoi voltati e quella densa e compressa che si può esperire all’interno delle stanze. Si sussegue l’infilata di setti che enfatizza la percezione prospettica dello spazio, il labirinto, il percorso a zig-zag, la stanza nella stanza, la successione di elementi puntuali che a volte tematizza il centro dello spazio, altre volte definisce i margini della stanza.

Collaboratori: Arch. Pamela Casali, Arch. Federico Corrado

Press:
La fabbrica della città. Storie e progetti del convento di San Francesco, curato da Monia Guarino (Edit Faenza, 2013).